LE FRAZIONI
DEL COMUNE DI PRECI
LE FRAZIONI DEL COMUNE
DI PRECI

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ABETO
ABETO
Il borgo, sorto su un colle a 970 m di altitudine, nacque tra il X e l'XI secolo attorno a un castello medievale. Il suo nome deriva probabilmente dall’abete bianco, un tempo diffuso nella zona. Distrutto dal terremoto del 1703, molti abitanti emigrarono in Toscana, diffondendo l’arte della macellazione suina e le loro competenze chirurgiche.
Il borgo, sorto su un colle a 970 m di altitudine, nacque tra il X e l'XI secolo attorno a un castello medievale. Il suo nome deriva probabilmente dall’abete bianco, un tempo diffuso nella zona. Distrutto dal terremoto del 1703, molti abitanti emigrarono in Toscana, diffondendo l’arte della macellazione suina e le loro competenze chirurgiche.
L’area è ricca di reperti fossili e si distingue per i numerosi palazzi neoclassici che lo rendono unico. Tra i principali edifici religiosi ci sono la chiesa di San Martino, con una tempera su tavola di Neri di Bicci (XV secolo), e la chiesa di Santa Maria, che custodiva una Madonna con Bambino del ’400, ora esposta al Museo Diocesano di Spoleto.
L’area è ricca di reperti fossili e si distingue per i numerosi palazzi neoclassici che lo rendono unico. Tra i principali edifici religiosi ci sono la chiesa di San Martino, con una tempera su tavola di Neri di Bicci (XV secolo), e la chiesa di Santa Maria, che custodiva una Madonna con Bambino del ’400, ora esposta al Museo Diocesano di Spoleto.
ACQUARO
ACQUARO
Acquaro è un borgo fortificato compreso nel perimetro del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sorto nel XIII secolo per proteggere la Valle Castoriana e l'Abbazia di Sant'Eutizio.
Acquaro è un borgo fortificato compreso nel perimetro del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sorto nel XIII secolo per proteggere la Valle Castoriana e l'Abbazia di Sant'Eutizio.
Oggi il borgo è stato quasi interamente restaurato grazie a un Piano Integrato di Recupero ad iniziativa pubblica, ma nei mesi invernali conta solo cinque abitanti.
Oggi il borgo è stato quasi interamente restaurato grazie a un Piano Integrato di Recupero ad iniziativa pubblica, ma nei mesi invernali conta solo cinque abitanti.






BELFORTE
BELFORTE
Belforte, sorge a 617 m s.l.m e si sviluppò come castello fortificato sopra un colle e addossato al fianco della montagna. Il castello conserva ancora i caratteri originali anche se attualmente molto degradato. Belforte ha subito, infatti, numerosi danni sismici, fino alla distruzione quasi totale nel terremoto del ‘97.
Belforte, sorge a 617 m s.l.m e si sviluppò come castello fortificato sopra un colle e addossato al fianco della montagna. Il castello conserva ancora i caratteri originali anche se attualmente molto degradato. Belforte ha subito, infatti, numerosi danni sismici, fino alla distruzione quasi totale nel terremoto del ‘97.
Sul versante opposto si trova il lebbrosario di San Lazzaro in Valloncello, risalente al 1218. La tradizione locale ne attribuisce la fondazione a San Francesco.
Sul versante opposto si trova il lebbrosario di San Lazzaro in Valloncello, risalente al 1218. La tradizione locale ne attribuisce la fondazione a San Francesco.
CASTELVECCHIO
CASTELVECCHIO
Come suggerisce il suo toponimo e la posizione strategica da cui domina sia la Valle del Nera che quella del Campiano, Castelvecchio nacque originariamente come castello. L’abitato compatto conserva tre chiese, la più importante, anche per le sue antiche origini, è quella di San Giovanni Battista (1253).
Come suggerisce il suo toponimo e la posizione strategica da cui domina sia la Valle del Nera che quella del Campiano, Castelvecchio nacque originariamente come castello. L’abitato compatto conserva tre chiese, la più importante, anche per le sue antiche origini, è quella di San Giovanni Battista (1253).
Poco fuori dal paese sorge la chiesetta della Cona, così chiamata perché un tempo custodiva un’icona della Madonna, oggi meta di solenni celebrazioni il 10 maggio che coinvolgono tutta la comunità di Monte San Martino.
Poco fuori dal paese sorge la chiesetta della Cona, così chiamata perché un tempo custodiva un’icona della Madonna, oggi meta di solenni celebrazioni il 10 maggio che coinvolgono tutta la comunità di Monte San Martino.






COLLAZZONI
COLLAZZONI
Situato a 868 m s.l.m, al bivio delle strade per Montebufo e per Forsivo, Collazzoni è un borgo rurale circondato da altre piccole Ville denominate, negli statuti di Norcia, “Ville Interprata”.
Situato a 868 m s.l.m, al bivio delle strade per Montebufo e per Forsivo, Collazzoni è un borgo rurale circondato da altre piccole Ville denominate, negli statuti di Norcia, “Ville Interprata”.
Nella parte centrale del paese emergono numerosi edifici di carattere gentilizio. Nel XVIII secolo contava 200 abitanti e sette chiese, oggi purtroppo inagibili a causa del terremoto del 1997.
Nella parte centrale del paese emergono numerosi edifici di carattere gentilizio. Nel XVIII secolo contava 200 abitanti e sette chiese, oggi purtroppo inagibili a causa del terremoto del 1997.
COLLESCILLE
COLLESCILLE
Collescille, un tempo noto come Toccalomò, rappresenta la frazione della Guaita di S. Eutizio dall’altimetria maggiore (944 m s.l.m.) per questo può vantare insuperabili punti di osservazione del paesaggio della Valle del Campiano e delle sue valli affluenti. Il borgo conserva una torre di avvistamento medievale ancora intatta.
Collescille, un tempo noto come Toccalomò, rappresenta la frazione della Guaita di S. Eutizio dall’altimetria maggiore (944 m s.l.m.) per questo può vantare insuperabili punti di osservazione del paesaggio della Valle del Campiano e delle sue valli affluenti. Il borgo conserva una torre di avvistamento medievale ancora intatta.
La chiesa di Santa Maria Assunta, recentemente restaurata, custodisce una statua lignea policroma della Madonna con Bambino, risalente al XV secolo e proveniente dal monastero di Macereto.
La chiesa di Santa Maria Assunta, recentemente restaurata, custodisce una statua lignea policroma della Madonna con Bambino, risalente al XV secolo e proveniente dal monastero di Macereto.






CORONE E S.VITO
CORONE E S.VITO
La villa rurale di Corone (m 495 s.l.m.) sorge all’incrocio del vecchio sentiero proveniente da Castelvecchio e di quello che scendendo dalla montagna di Preci passa per la frazione di S. Vito. Corone e San Vito, un tempo borghi commerciali e di transito, ospitavano anche un mulino alimentato dalle acque del fiume Campiano, oggi attivo e parzialmente utilizzato per produrre energia pulita. Le abitazioni si sviluppano lungo una strada principale, con vicoli e scalini ripidi che le collegano.
La villa rurale di Corone (m 495 s.l.m.) sorge all’incrocio del vecchio sentiero proveniente da Castelvecchio e di quello che scendendo dalla montagna di Preci passa per la frazione di S. Vito. Corone e San Vito, un tempo borghi commerciali e di transito, ospitavano anche un mulino alimentato dalle acque del fiume Campiano, oggi attivo e parzialmente utilizzato per produrre energia pulita. Le abitazioni si sviluppano lungo una strada principale, con vicoli e scalini ripidi che le collegano.
FIANO D'ABETO
FIANO D'ABETO
Posto a m. 900 s.l.m., è un insediamento di modeste dimensioni con carattere di “villa”, composto da due nuclei principali: Fiano di Sopra e Fiano di Sotto.
Posto a m. 900 s.l.m., è un insediamento di modeste dimensioni con carattere di “villa”, composto da due nuclei principali: Fiano di Sopra e Fiano di Sotto.
Fiano di Sotto, favorevole all'agricoltura, è stato storicamente il centro economico del paese. Tra le strutture spiccano le tipiche torri “Colombare” e le "trasanne" destinate a rimessa degli attrezzi agricoli. Fiano fu il castello principale della Valle Oblita, che includeva altri piccoli insediamenti e castelli. Lungo la strada per Norcia si trova un interessante gruppo di tombe rupestri.
Fiano di Sotto, favorevole all'agricoltura, è stato storicamente il centro economico del paese. Tra le strutture spiccano le tipiche torri “Colombare” e le "trasanne" destinate a rimessa degli attrezzi agricoli. Fiano fu il castello principale della Valle Oblita, che includeva altri piccoli insediamenti e castelli. Lungo la strada per Norcia si trova un interessante gruppo di tombe rupestri.






MONTAGLIONI
MONTAGLIONI
Sorge su di un poggio a 901 m s.l.m. e fu il castello più importante della Valle Oblita. Conosciuta come "Mons Lunae", era un rifugio per gli abitanti di Roccapazza.
Sorge su di un poggio a 901 m s.l.m. e fu il castello più importante della Valle Oblita. Conosciuta come "Mons Lunae", era un rifugio per gli abitanti di Roccapazza.
Del primitivo sistema difensivo rimangono la porta d'accesso, oggi ridotta al solo arco ogivale, ed un tratto di mura. Il centro presenta le caratteristiche di un villaggio rurale e nella piazza principale sorge la chiesa parrocchiale di Santa Maria. Questa subì gravi danni sismici, come il resto del paese, nel 1703. Tuttavia, il paese conserva ancora la chiesa di S. Stefano, con un dipinto della Madonna e di S. Stefano.
Del primitivo sistema difensivo rimangono la porta d'accesso, oggi ridotta al solo arco ogivale, ed un tratto di mura. Il centro presenta le caratteristiche di un villaggio rurale e nella piazza principale sorge la chiesa parrocchiale di Santa Maria. Questa subì gravi danni sismici, come il resto del paese, nel 1703. Tuttavia, il paese conserva ancora la chiesa di S. Stefano, con un dipinto della Madonna e di S. Stefano.
MONTEBUFO
MONTEBUFO
Montebufo, situato a 1016 m s.l.m. nella Valle Oblita, prende il nome dalle tormente di neve che colpivano frequentemente la zona. L'insediamento presenta oggi le caratteristiche tipiche degli insediamenti rurali.
Montebufo, situato a 1016 m s.l.m. nella Valle Oblita, prende il nome dalle tormente di neve che colpivano frequentemente la zona. L'insediamento presenta oggi le caratteristiche tipiche degli insediamenti rurali.
Sebbene non presenti fortificazioni, nel XIV secolo Montebufo era già incluso tra i Castelli del Distretto di Norcia, che presentavano il “pallio” per la festa di San Benedetto.
Sebbene non presenti fortificazioni, nel XIV secolo Montebufo era già incluso tra i Castelli del Distretto di Norcia, che presentavano il “pallio” per la festa di San Benedetto.






PIEDIVALLE
PIEDIVALLE
È situato lungo un sentiero montano che risale il Campiano, alla confluenza di un importantissimo itinerario che nel passato conduceva a Visso.
È situato lungo un sentiero montano che risale il Campiano, alla confluenza di un importantissimo itinerario che nel passato conduceva a Visso.
Divenne un importante punto di transito commerciale, luogo di passaggio per il bestiame e scambi di prodotti come lana, sale e zafferano. Sorse inizialmente per accogliere gli abitanti in fuga dalle campagne durante le invasioni. La piccola chiesa del villaggio è dedicata a S. Giovanni Battista. Il portale risale al 1535 ed all’interno troviamo degli interessanti affreschi votivi attribuibili ad alcuni pittori locali.
Divenne un importante punto di transito commerciale, luogo di passaggio per il bestiame e scambi di prodotti come lana, sale e zafferano. Sorse inizialmente per accogliere gli abitanti in fuga dalle campagne durante le invasioni. La piccola chiesa del villaggio è dedicata a S. Giovanni Battista. Il portale risale al 1535 ed all’interno troviamo degli interessanti affreschi votivi attribuibili ad alcuni pittori locali.
POGGIO DI CROCE
POGGIO DI CROCE
Dell'antico castello rimane una porta ogivale con un campanile a vela di avvistamento. Fuori dalle mura sorge la chiesa di San Egidio, con affreschi del XV secolo e una tela seicentesca di Jacopo Confortini. Più in basso, la Chiesa dell'Annunziata custodisce un’Annunciazione di Giovanni del Biondo del 1370.
Dell'antico castello rimane una porta ogivale con un campanile a vela di avvistamento. Fuori dalle mura sorge la chiesa di San Egidio, con affreschi del XV secolo e una tela seicentesca di Jacopo Confortini. Più in basso, la Chiesa dell'Annunziata custodisce un’Annunciazione di Giovanni del Biondo del 1370.






ROCCANOLFI
ROCCANOLFI
Roccanolfi è un antico castello di probabile origine longobarda, situato su un colle a dominio delle vie che risalivano dall’interno la Valle Oblita. Dell’antico castello restano un’imponente torre quadrata e i resti di una porta delle antiche mura.
Roccanolfi è un antico castello di probabile origine longobarda, situato su un colle a dominio delle vie che risalivano dall’interno la Valle Oblita. Dell’antico castello restano un’imponente torre quadrata e i resti di una porta delle antiche mura.
La chiesa di Sant'Andrea, che conserva l'abside romanico e una monofora, testimonia le antiche origini del luogo.
La chiesa di Sant'Andrea, che conserva l'abside romanico e una monofora, testimonia le antiche origini del luogo.
SACCOVESCIO
SACCOVESCIO
La frazione, situata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini lungo la strada per Visso, conserva un antico cippo romano con bassorilievi nei locali della comunanza agraria. Poco distante si trova la chiesa trecentesca di S. Spes, con elementi architettonici originali e un frammento romano incastonato nella parete che raffigura un grifo alato.
La frazione, situata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini lungo la strada per Visso, conserva un antico cippo romano con bassorilievi nei locali della comunanza agraria. Poco distante si trova la chiesa trecentesca di S. Spes, con elementi architettonici originali e un frammento romano incastonato nella parete che raffigura un grifo alato.






TODIANO
TODIANO
Fu un antico castello costruito nel XIII secolo su uno sperone di un colle. Dell’antico castello resta la porta a doppio fornice, un tempo accesso alle possenti mura. Le case, ben conservate, presentano spesso eleganti elementi architettonici di varie epoche.
Fu un antico castello costruito nel XIII secolo su uno sperone di un colle. Dell’antico castello resta la porta a doppio fornice, un tempo accesso alle possenti mura. Le case, ben conservate, presentano spesso eleganti elementi architettonici di varie epoche.
Tra gli edifici religiosi spiccano la cappella della Madonna della Porta (1511), con una statua della Madonna con Bambino (XVI secolo), e la chiesa di San Bartolomeo, che custodisce la Madonna della Mercede, attribuita a Filippino Lippi, e altre opere di Simone Procacci e Jacopo Confortini.
Tra gli edifici religiosi spiccano la cappella della Madonna della Porta (1511), con una statua della Madonna con Bambino (XVI secolo), e la chiesa di San Bartolomeo, che custodisce la Madonna della Mercede, attribuita a Filippino Lippi, e altre opere di Simone Procacci e Jacopo Confortini.
Non distante, la chiesetta di Santa Maria, che fu un’antica Pieve, conserva un affresco trecentesco della Madonna del latte, seppur danneggiato. Nei pressi del castello sorge infine la chiesa di San Montano, patrono del borgo, ampliata nel tempo con una seconda navata.
Non distante, la chiesetta di Santa Maria, che fu un’antica Pieve, conserva un affresco trecentesco della Madonna del latte, seppur danneggiato. Nei pressi del castello sorge infine la chiesa di San Montano, patrono del borgo, ampliata nel tempo con una seconda navata.
VALLE
VALLE
Quarto e ultimo paese della Comunanza Agraria, un tempo nota come "Guaita della Badia", il suo toponimo deriva dalla posizione tra due pendii opposti che scendono verso valle. Si tratta di un borgo fortificato, sorto per difendere la vicina Abbazia di S. Eutizio.
Quarto e ultimo paese della Comunanza Agraria, un tempo nota come "Guaita della Badia", il suo toponimo deriva dalla posizione tra due pendii opposti che scendono verso valle. Si tratta di un borgo fortificato, sorto per difendere la vicina Abbazia di S. Eutizio.




Nata dalla cooperazione tra professionisti del settore, la Scuola del Paesaggio di Preci, lavora per ridare vita al territorio, progettando strutture pensate per fondersi con il paesaggio e con la ricca storia dei nostri borghi antichi. Un impegno per il futuro, nel rispetto delle radici di chi siamo.

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FAX
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